In chains

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    I ♥ 玖蘭枢

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    dalla luna di miele con Mik e Ro

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    Christopher
    Ed eccoci. Eravamo io lei. Con una scusa ero finalmente riuscito a stare in disparte con la mia lupa promessa; la parte mancante del mio passato io. Blake sarebbe stato tenuto buono da Angelique e Claire sembrava anche piuttosto adirata con lui, forse perché aveva notato l’insistenza con la quale Ange aveva trascinato via il lupo, perseverando sul fatto che dovesse parlargli. Penso non si aspettasse che al di fuori del boschetto, sulla strada per tornare al giardino avrebbe incontrato me... Dal giorno in cui s’era sporcata concedendosi a quel lupo mi era insopportabile anche guardarla, ma presto, molto presto, avrei cancellato ogni traccia dell’esistenza di Blake dal suo corpo e dalla sua mente. Dopo aver camminato un po’ per il giardino e uscendo dalla zona più esposta alla vista del dormitorio, stizzita tirò via la mano dalla mia chiedendomi cosa dovevo dirle. Nonostante le sopracciglia, corrucciate conoscevo bene quello sguardo imbronciato ed imbarazzato da bambina che mi faceva sempre sorridere. La mia piccola Claire, il mio personale raggio di luna eterno.
    Mi avvicinai a lei e provai ad accarezzarle la guancia ma lei si scostò. Sogghignai chiedendomi fino a che punto quel maledetto l’avesse corrotta e allontanata da me. Come faceva ancora a non riconoscermi? Ero la sua metà perfetta, cosa avrebbe potuto desiderare più di me? La rabbia, l’orgoglio e la bestialità del mio antico io tornarono di nuovo ad avvolgermi più prepotentemente e non potevo fare nulla per fermarlo. La guardai più acuto e presi ad avvicinarmi a lei.
    Inizialmente Claire rimase lì a fissarmi, quasi a chiedersi cosa stessi facendo, ma quando mi chinai in avanti per avvicinare il mio viso a lei si ribellò di nuovo facendo un passo indietro e stridendo un« NO!!» Allora, senza darle il tempo di capire cosa stesse per succedere la spinsi con più forza di quanto desiderassi a terra e fui su di lei.
    Provò a respingermi di nuovo e le immobilizzai le braccia per poterle accarezzare il viso. L’avrei avuta con o senza il suo consenso.
    - Smettila di respingermi Claire! Anche tu sai che siamo un essere unico…tu mi appartieni da quando sei nata ed io non esisto senza di te…smettila di lottare contro la tua lupa...ascoltala e ti dirà dov’è giusto che tu stia! – Le sussurrai avvicinandomi alle sue labbra. Le mi mostrò i denti come fosse un lupo e mi ringhiò contro. Era furiosa, spaventata. La sentivo.
    Claire
    avevo notato che Chris aveva qualcosa di strano ma arrivare fino a quel punto. Come poteva farmi questo? Era mio fratello...non aveva capito ancora che più si comportava a quel modo e più me ne sarei allontanata? Per quanto lo amassi stentavo a riconoscerlo. Quel tono di voce, quello sguardo non erano di Christopher. Mi disse che avrei dovuto ascoltare la mia lupa e provò di nuovo a baciarmi. Gli ringhiai contro per scoraggiarlo, ma ciò che ottenni fu solo un suo ghigno. Mi baciò e in quell’istante mi sembrò di perdere ogni forza. Iniziai a dimenarmi. Liberai anche un braccio e gli tirai i capelli per staccarlo da me ma lui mi bloccò entrambe le mani e finii con lo sbattere la schiena sul terreno umido. Non riuscivo a contrastarlo era come se...se i miei muscoli non volessero rispondere ai comandi impartiti dal cervello. Come se ci fosse stata un’entità superiore che diceva cosa dovevo fare a posto mio.
    Infilò la lingua nella mia bocca e strizzando gli occhi piena di disappunto lo ricambiai, finché non mi sentì completamente inerme…stava vincendo lei. Quella presenza che avevo sempre percepito ma che solo adesso stava facendo sentire quanto forte ed irrazionale fosse. La presa di Chris si fece più molle sul mio polso mentre il suo viso scendeva sul mio collo e le mani sbottonavano la mia camicia, forse si scucì anche qualche bottone perché lo sentì scivolare sulla mia pelle tesa. Annusava ogni centimetro di pelle che incontrava e lo sfiorava con la punta della lingua quasi a voler lavar via qualcosa.
    In quell’istante avevo dimenticato anche chi fossi e chi era lui per me. Vedevo solo un uomo ed io ero la sua lupa.
    Christopher
    Sembrava finalmente essersi arresa. La sua lupa mi aveva riconosciuto e adesso fremeva quanto me all’idea di tornare ad essere un tutt’uno.
    Avesse saputo quanto, per tutto quel tempo l’avevo desiderata. Inizia a sbottonarmi la camicia mentre continuavo ad accarezzarla con la bocca. Arrivai fino al suo petto e le sfiorai i seni con le labbra. La sentì rabbrividire e gemere. Sorrisi finché non mi accorsi, alzando lo sguardo, che i suoi occhi azzurri erano ricolmi di lacrime. Mi sollevai e le leccai…così salate e dolci.
    - Perché ti ostini a lottare Claire? Sapevi fin dall’inizio che non potevi fuggire da me…sono io l’unico per te! Dimentica ogni illusione umana. Sei una Lycan…sei la mia lycan!! –
    Annuì ma continuava a piangere. Mi fece innervosire...prima la prendevo e prima quella sofferenza sarebbe terminata...Dimenticai ogni gentilezza, ogni amorevole carezza o delicatezza, ci sarebbe stato tempo dopo per quelle. Mi sbottonai i pantaloni mentre avevo ripreso a baciarla per tentare di tranquillizzarla. Poi le mie mani vagarono sulle sue gambe e presi a scenderle le mutandine soffici di cotone. Allora Claire riprese a dimenarsi più violenta di prima. Mi conficcò le unghia nella schiena, sulle braccia e sul petto. Provò anche a mordermi la mano con cui avevo ripreso a stringerla per bloccarle i movimenti. Ma non mi sarei fermato...no ora che ero così vicino a quello che avevo sempre desiderato.
    Claire
    Era tutto privo di senso. Chris aveva ripreso a baciarmi per tenermi buona, ma mi ero già messa in allerta quando avevo sentito il leggero strisciare di una cerniera e quando, alla fine provò ad abbassarmi gli slip, ripresi di nuovo a lottare.
    Non poteva davvero fare una cosa del genere! Eravamo fratelli! Era una cosa orribile e poi io…io non lo amavo come amavo…
    Blake!! Quel nome risvegliò più sensi in me e ripresi padronanza dei miei muscoli
    - Chris!! LASCIAMI!! NOOO! NON p-Puoi farlo!!Sei mio fratello…sei il mio dolce fratellone…ti prego…ti prego lasciami andare...- Mi guardò un istante ma capì che non era in lui
    - Ti prego….- ripresi a piangere. La mia voce tremava. – Lasciami andare...non voglio odiarti per sempre...- sussurrai e lui scostò la testa come a dire che mi sbagliavo. Mi sfiorò tra le gambe con il ginocchio ed io sobbalzai. – Christopher torna in te…ti prego...Guardami!! Sono Claire…- ma le mie supplice non sembravano avere alcun effetto. “Blake…Blake ti prego…aiutami…” lo chiamai con il pensiero, sperando mi sentisse. Ero terrorizzata.
    Christopher
    La guardai più profondamente. Mi sentivo persino eccitato nonostante le sue suppliche. Ero rivoltante. Le divaricai meglio le gambe e presi a sistemarmi tra di esse. Liberai una mano per costarle finalmente l’intimo e farla mia, ma lo strusciare di qualcosa di tagliente sul lato della mia gamba mi distrasse. Guardai in basso e notai che la luna di Claire, nella colluttazione era finita per procurarmi un taglio. L’odore di sangue avrebbe attirato l’attenzione...ma non fu quello che occupò i miei pensieri. Guardando quella luna ricordai mia madre, quando l’aveva donata alla mia sorellina dicendole che quel gioiello l’avrebbe protetta ma che anch’io avrei dovuto difenderla perché la famiglia era il bene più prezioso. Le lasciai le braccia guardandola improvvisamente smarrito. La voce della mia testa era scomparsa.
    - Claire...- mugugnai...
    - Va via…ti prego…- le sussurrai tornando in me con le lacrime agli occhi.
    Cosa stavo facendo alla mia Claire? Mi ero comportato peggio di un animale e anche con Ange...ero stato orribile. Ero disgustoso oltre ogni dire…Claire spaventata strisciò via. Era scalza ma non se ne curò. La camicia bianca della divisa s’era strappata sulla sua schiena candida e s’era sporcata di fango come la gonna.. Si chiuse la camicetta con le mani e corse via. Iniziai ad urlare, come un profondo gemito di dolore. Il mio ululato vibrò nell’aria e sperai che Blake mi trovasse e capendo cosa avevo provato a fare mi uccidesse…non ce la facevo più. Ero stanco di me stesso e di quella sensazione orribile che avevo addosso.
     
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