La serra

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    Il maestro era andato di nuovo via. Da quando eravamo in quella scuola, stava di meno con me e andava continuamente in giro. Avrei voluto che almeno mi portasse con sè ma sapevo che era assolutamente impossibile.
    Mi aveva detto che per non destare troppi sospetti se mi andava di bighellonare per l'istituto avrei potuto farlo a patto che non dessi confidenza agli estranei. Quel giorno quindi mi ero diretta verso una struttura a campana, tutta di vetro entro la quale si diramava un profumo delizioso e penetrante.
    Fiori...erano una delle cose che io trovavo belle, da quando avevo appreso cosa significasse quella parola. I miei preferiti erano quelli colorati intensamente di rosso e le spine: rose...Mi piacevano tanto anche quelle bianche ma le rosse mi ricordavano il colore del sangue...
    Mentre mi accostavo al profumo più intenso delle rose, sentì però un altro odore familiare.
    Vidi una figura distinta e rimasi colpita dal modo in cui muoveva la rosa sulle labbra...Mi portai le dita davanti accarezzando le mie, come potessi sentire il velluto del fiore sulla bocca.
    - Tsubasa...- sussurrai il suo nome con tono incolore come sempre anche se i miei occhi tradivano un po’ di stupore...
    - Mei non pensava che fossi qui...- ammisi avvicinandomi a lui e provando a sorridere.
    - Mei è felice...che tu ci sia...- conclusi trovandomi ormai poco distante da lui.
     
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    Il fiore rimase tra le mie labbra ancora qualche istante, avevo percepito la presenza di Meiko. La bambolina di Eishi era vicino a me e mi fissava, potei anche sentire la dolce freddezza delle sue dita sulle mie labbra. Lei profumava come quel fiore che avevo in mano. Mi girai a guardarla con occhi sensuali e tranquilli.
    - Meiko-chan... E' un piacere vederti - non mi avvicinai a lei, rimasi dove mi trovavo e sempre con il piccolo fiore rosso tra le dita. Giocherellai con esso ma qualcosa andò storto e mi punsi il dito. Il liquido rosso bagnò i piccoli e delicati petali della rosa mimetizzandosi con esso, quasi come se volesse appartenergli, quasi come se fosse qualcosa di gusto d'assaporare con pazienza. Io non resistetti e la baciai, le mie labbra si tinsero di un bel colore cremisi, passai su di esse la lingua pulendole completamente. M'immaginai come fosse la vita di quel fiore. Così fugace, rapida ma allo stesso tempo piena di vita, forte e dirompente. Era il mio fiore, quello che mi rappresentava di più. Lo amavo tanto ed infatti con le dita lo strofinai contro la mia guancia chiudendo gli occhi. Non mi ricordavo neppure di avere vicino Meiko.
     
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    Mi salutò con un sorriso mentre ancora giocherellava con il fiore. Io rimasi silenziosa ed immobile ad osservarlo come ipnotizzata, poi però l'aria si riempì di una fragranza più dolce di quella dei fiori: Sangue...
    I miei occhi presero una sfumatura di rame e non poté fare a meno, che invidiare la rosa baciata da quelle labbra tinte di rosso.
    Il mio desiderio si faceva sempre più forte e dirompente quando ero con Tsubasa. Non potevo fare a meno che sentire quella sete quasi dolorosa.
    Lui come se niente fosse continuò a godere del delicato tocco della rosa sulla pelle..
    Allora anch'io mi avvicinai ai rampicanti rossi e ne presi una in boccio, staccandola con uno scatto veloce che fece vibrare appena la pianta. Nel farlo mi punsi un dito, ma quando il mio sangue toccò la rosa rossa questa stinse diventando bianca...Rimasi turbata. Si era quella la parola giusta...
    Sembrava che il mio sangue avesse succhiato la linfa della rosa stessa...
    Tenni la rosa nella mano sana e osservai la piccola goccia di sangue sulla punta dell'indice. Era di un colore scuro ed intenso e l’odore che produceva non era meno forte di quello del vampiro di fronte a me. Mi avvicina allora a Tsubasa e gliela offrì, senza dire nulla, voltando porgendogli il dito...
     
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    Apri gli occhi quando il profumo inebriante del sangue di Meiko mi arrivò alla testa. La osservai captandone ogni singolo sentimento. Era turbata per via del fatto che il suo sangue aveva cambiato il colore del bocciolo che aveva in mano. Non dissi nulla, attesi quel tanto che bastava affinchè lei si avvicinasse a me. Mi porse il fiore e poi il dito. Con la mano lo presi e lo portai alle labbra. Lo sfiorai, appena appena, poi con la lingua lo pulii delicatamente. - Una bambina così delicata non dovrebbe giocare con qualcosa di così pericoloso - la voce mi uscì come un suono leggero, caldo ed avvolgente. Il suo sangue aveva risvegliato in me la parte più oscura e profonda del mio essere. Dietro di me le cicatrici formicolavano dandomi leggere scosse di dolore.
    Non era comunque importante, ero abbituato a tutto questo. Quella parte di me era fondamentale e quasi assolutamente irrefrenabile.
    Gli occhi violacei si misero nei suoi che erano diventati rosso rame, erano magnetici. Quella piccola creatura delicata mi piaceva.
     
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    Aveva leccato il mio dito dicendo che le bimbe non dovevano giocare con cose così pericolose. Non capì bene che intendesse, . Quando mi lasciò il dito lo portai alle labbra, mettendolo in bocca per assaggiare un po’ anch'io. Sentii il sapore di Tsubasa...era dolce come il sangue. Sapeva di sangue...il mio ed il suo, mescolati insieme...
    - Mei non è una bambina..il maestro dice che Mei ha 16 anni...- feci un po’ impettita...se era quello il termine giusto.
    - A Tsubasa piacciono le rose? Anche a Mei piacciono molto...- chinai lo sguardo sul bocciolo bianco che stava abbassando.
    - Perché la rosa di Mei è così...Mei...l'ha avvelenata? - mormorai con un velo di tristezza abbassando lo sguardo...
    - Eppure a Mei...piacciono così tanto...- era vero, mi dispiaceva che fosse accaduto...
     
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    Quando si mise il dito in bocca sorrisi. Quel semplice gesto fu molto erotico, ma ovviamente questo era solo un mio pensiero. Lei, anche se diceva che il suo maestro affermava che non era più una bambina per me lo era. Nei gesti ma sopratutto nelle parole. Solo il fatto che parlasse di lei in terza persona era un chiaro sintomo di quello che stavo dicendo. - Mi scuso, se ti ho mancato di rispetto - la conversazione però cambiò immediatamente. Passammò da quello, alle rose.
    Mi domandò se a me piacessero le rose. - Le rose sono il mio fiore preferito - i suoi occhi si posarono sul bocicolo bianco che avevo in mano. Io lo tirai in alto e poi con delicatezza vi poggiai sopra un dito, in quel preciso momento la rosa ritornò del suo colore naturale, rosso.
    Guardai Mei-chan, notando un leggerò guizzo nei suoi occhi. Era fin troppo dolce per i miei gusti ma non sò perchè mi piaceva notevolemente giocare con lei. - Non ti devi preccupare per quello che ha il tuo sangue... Sei una creatura fantastica, non metterlo in discussione. Per nessuna ragione - mentre lo dicevo presi la sua piccola manina e vi posizionai sopra il bocciolo tornato rosso.
    Nonostante le mie parole sembrava ancora avvilita così aggiunsi - Se fosse stata avvelenata sul serio io non avrei potuto ridonarle il colore... Semplicemente il tuo sangue è forte ed ama molto le rose a tal punto che vuole far suo una parte di esso... - lasciai la sua manina. - E' un bene che il corpo sappia perfettamente cosa desideriamo e che lo prenda in questo modo - era un discorso forse un pò troppo difficile ed articolato per lei. Ma prima o poi l'avrebbe capito. O forse la stavo soltanto confondendo un pò.- Per te forse è difficile da capire comunque sei molto carina oggi - mi voltai presi una piccola rosa appena sbocciata e poi gliela misi tra i capelli argento. Sembravano dei fili di seta. - Ecco, un regalo per la principessa - la guardai bene. Era ancora la bambina che era stata con me in quella prigione. Dentro di se però aveva molto di più, io conoscevo il suo vero essere.
     
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    Fu molto gentile con me. Prima ridiede vita colore al bocciolo con il suo stesso sangue e poi mi spiegò che non avevo colpe e che era del tutto normale. Non capì bene il discorso, ma qualcosa mi disse che lo aveva detto per consolarmi, così provai a rilassare i lineamenti del viso che sentivo leggermente contratti.
    Lui capì che forse aveva parlato troppo complicato per me ma anche in quel caso fu gentile mi disse di non preoccuparmi nemmeno di quello e mi fece un complimento. Rimasi in silenzio ad osservarlo mentre prendeva una rosa e me la metteva tra i capelli.
    Ne fui entusiasta stavolta. Mi chinai in avanti e gli diedi un leggero bacio sulle labbra. Come mi aveva insegnato a fare il mio maestro quando lo dovevo ringraziare per qualcosa...
    - Tsubasa è gentile con Meiko...grazie Tsubasa...- mormorai staccandomi e provando a sorridergli.
    Ma in quell’esatto momento i miei occhi divennero bronzei, oro colato macchiato di rosso...
    Mi portai una mano davanti le labbra. Non capivo come mai quando ero con lui e lo toccavo mi prendeva quella sete terribile dentro...
    Mi strinsi in me stessa rannicchiandomi. La gola aveva preso a bruciarmi secca...
    Lo guardai quasi con le lacrime agli occhi per i dolore...dovevo andarmene e cercare le pillole...Non mi aveva mai fatto così male...ma forse era perché era tanto che non bevevo ed il maestro mi faceva assaggiare solo qualche sorso del suo sangue...una volta di tanto in tanto...Poi adesso era sempre via...
    - M-Mei deve andare...- mormorai a fatica dandogli le spalle con le mani ancora davanti alle labbra a corprire i canini.
     
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    Il suo morale sembrava essersi risollevato, i lineamenti del suo viso erano tornati distesi e poi mi aveva anche ringraziato con un bacio sulle labbra.
    Tuttavia quel gesto non gli fece bene, come normalmente mi capitava quando eravamo piccoli mi prese il senso di colpa. I suoi occhi si erano colorati di rosso ed il suo corpicino esile tremeva. Poi inaspettatamente vidi le sue lacrime. Voleva andare via ma d'istinto l'abbracciai forte.
    Avrei dovuto darle un pò del mio sangue, anche se era pericoloso farlo. - Non preoccuparti... Passerà presto vedrai - mi venne in mente che avevo qualche pastiglia ematica. Le portavo con me nel caso qualcuno mi chiedesse qualcosa. La mia copertura era fondamentale. Con una mano tirai fuori il sacchettino dalla tasca e poi mi staccai da lei dandoglielo nella manina che avevo preso tra le mie. - Non sono tantissime tuttavia nel caso stessi male ancora... Puoi bere da qui... - strappai con la mano la rosa sporca del mio sangue e sorrisi per rilassarla. Una strana fitta al cuore mi sorprese, le cicatrici cominciarono a farmi male. Era come se picchiassero contro la pelle per aprirsi e liberare le ali nere. Per fortuna la mia espressione non cambiò. - E' colpa mia se stai così... - mi allontanai un pochino ma rimasi lì perchè volevo controllare che non le succedesse nulla di male. Quel pensiero non era affatto da me...


     
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    Mi strinse a sè. Si sentiva in colpa. Diceva che era colpa sua se mi sentivo così. chissà se era effettivamente vero. Eppure io non riuscivo ad arrabbiarmi o ad essere triste per questo.
    Mi prese la manina e mi diede un sacchettino. Riconobbi l'odore ed immediatamente lo aprì inghiottendo l'intero contenuto.
    La sete non s'era ancora spenta ma almeno avevo smesso di tremare e sentire quella morsa alla gola.
    Avevo ancora gli occhi color rame. Lo guardai in viso mentre diceva che era colpa sua e mi avvicinai a lui poggiando la testa sul suo petto e ascoltando il battito del suo cuore...Quello che avevo trovato pressoché identico al mio.
    Mi rilassava...
    Gli accarezzai la schiena sentendo un leggero dolore alla mia, ma non volevo si sentisse in colpa...
    - shhh..Mei sta bene...Tsubasa è gentile con lei....- mormorai come se fossi io ora a volerlo tranquillizzare.
     
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    Pareva volesse dirmi di rimanere tranquillo. Io lo ero, sopratutto ora che lei si era calmata. Anche il dolore alla schiena era piano piano scemato. Comunque ora era di nuovo vicino a me. Il suo visino era appoggiato al mio petto e si strusciava appena appena. Mi disse che ero stato gentile. Quella gentilezza a me non piaceva ma con lei veniva naturale quindi non mi preoccupai. La strinsi istintivamente con le braccia, come se volessi proteggerla.
    - Il mio farti stare male è del tutto involontario mia cara... E' solo che il mio corpo ti fa reagire in modo del tutto particolare - ed io sapevo anche il perchè di tutto questo. Non derivava dal solo fatto che ero un demone ma anche per altri motivi nascosti. Ora però non era ancora il momento di rivelarli. Ci voleva calma e pazienza perchè altrimenti tutto il mio operato a riguardo sarebbe andato in fumo. Doveva stare bene... Anche se era la seconda volta che provavo una cosa del genere. Mi ritrovai confuso a riguardo... Lo satavo facendo davvero per me?
     
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    Provai un senso di sollievo nello stringerlo, ma il pulsare del suo sangue era di nuovo diventato invitante. Provai a calmarmi da sola anche se era piuttosto difficile.
    Lo desideravo come mai avevo desiderato qualcosa. Volevo il suo sangue...
    Mi sussurrò che il suo corpo la faceva reagire in modo particolare e io potevo capire cosa intendesse, mi separai da lui e lo scrutai con occhi languidi.
    - Mei ha tanta sete...- sussurrò mostrando i canini bianchissimi sotto le labbra.
    - Tsubasa...Mei non capisce...Mei non vuole fare la cattiva ma...lei ha tanta voglia del tuo sangue quando Tsubasa è con Mei....non capisce...- abbassai lo sguardo malinconica. Forse era meglio per me tornare nella mia stanza, magari mi sarei calmata.
    - Mei chiede scusa a Tsubasa ma lei...deve proprio andare...Mei non vuole dare ancora fastidio a Tsubasa...- sussurrai stavolta guardandolo dritto negli occhi.
     
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    Ambiva ad avere il mio sangue come se fosse una cosa davvero importante. Il paragone con la droga mi venne facile. Comunque aveva ragione stare vicino a me non le faceva bene... Ma non per il motivo che aveva detto. A me non dava alcun fastidio. - Più avanti ti spiegherò anche questo... Ora non è il momento di farlo - mi scrutò con gli occhi languidi poi abbassò gli occhi poi ancora li alzò nei miei. Sospirai, con lei mi trovavo quasi del tutto spiazzato. - Non ti preoccupare risolveremo questa faccenda... Tu stai attenta nel tornare indietro mi raccomando - ancora mi preoccupavo per lei come quando eravamo rinchiusi in quella cella buia e senza luci. Era come un pulcino spaurito, aveva gli occhi umidi ed il corpicino quasi congelato. La tenevo a me per scaldarla e consolarla anche se non ero del tutto certo che la mia vicinanza le giovasse. Quei ricordi erano importanti per me, mi ricordavano chi ero e che cosa stavo cercando. Comunque ora dovevamo andare, forse scortarla era la cosa giusta da fare. Tuttavia lo avrei fatto nell'ombra. Eishi se mi avesse visto avrebbe pensato chissà cosa ed io non volevo intrarciarlo in nessun modo, dovevo tenermi stretto quegli alleati ancora per un poco.
    Le mie ricerche andavano avanti in tutte le direzioni anche se spesso finivano in un punto morto. Arrestate lì dov'erano... Era terribile per me e mi procuravano un sacco di problemi. Ora poi dovevo anche accogliere l'ulfric che avevo scelto personalmente per sostituire Dragon. Era debole in quel periodo e quindi un perfetto bersaglio. Le pedine si stavano allienando piano piano... Almeno quello era un punto a mio favore!

     
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    annuì alla raccomandazione di Tsubasa e lo scrutai languida.
    - Tsubasa e Mei si vedranno ancora? - non sapevo perché ma mi premeva saperlo. Lui annuì con dolcezza e accennando un sorriso ed io me ne sentì sollevata. A quel punto gli diedi le spalle per prendere ad incamminarmi.
    Mentre mi allontanavo per andarmene, riuscì a percepire un pensiero di Tsubasa. Parlava di pedine e potevo vedere persino la scacchiera come fosse davanti ai miei occhi. Parlava di un ulfric ma non capivo nemmeno cosa fosse. Mi fermai qualche istante.
    Non volevo sembrare scortese quindi alla fine ripresi a camminare senza dire nulla. Lo salutai con la manina ed abbandonai la serra per tornare nella mia stanzetta o meglio, in quella del maestro.
     
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    Tsubasa
    La piccola mi chiese se ci saremmo rivisti io dissi di si, la guardai sorridendo e poi le permisi di andarsene. La seguii nascosto per assicurarmi che non le capitasse nulla di male. Una volta appurato che era arrivata in stanza sana e salva mi diressi verso il dormitorio. Il mio "amico" mi stava aspettando. Poi saremmo tornati alla mia tenuta... Ero anche curioso di vedere come Ringo si fosse trovata con Divine.
     
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